Le percentuali

E’ un po’ che manco e confesso, mi dispiace, ma come al solito ho un alibi di circa 15 kg ormai…

Ieri mattina pigrottando nel letto e riflettendo sulla mia attuale vita sono arrivata a questo pensiero: nel corso della nostra vita diminuisce sempre di più la  percentuale di tempo che possiamo dedicare a noi stessi…

Facendo uno schema un po’ banale e con le medie del pollo:

  • 0-6 anni – il 100% di te è dedicato a te, più una buona percentuale di chi ti sta attorno
  • 6-18 anni – il 50% di te resta a te, il 50% di te va alla scuola (nel caso ti trovassi una fidanzata/o penso che diminuirebbe la % dedicata allo studio)
  • 18-25 anni – il 30% di te è dedicato a te, il 50% allo studio, il 30% al fidanzato/a
  • 25-30 anni – il 30% di te è dedicato a te, il 50% al lavoro, il 30% al fidanzato/a
  • 30-33 anni – Se ti sposi – il 10% di te è dedicato a te, il 50% al lavoro, il 40% al marito/moglie, casa ecc…
  • 33-45 anni – Se hai figli – lo 0% di te è dedicato a te, il 40% al lavoro, il 10% al marito/moglie e casa, il 50% ai figli
  • dai 45 in poi non so immaginare, ma spero che le percentuali cambino un po’

Lo so è un po’ triste e confesso che a fatica sto cercando di portare il mio 0% ad almeno un piccolo 5%, tra marito e figli ci vuole un niente ad azzerare il tempo che si può dedicare a sè stessi, però penso che sia in ogni caso importante mantenere un po’ di tempo per sè, altrimenti si rischia di perdersi per strada e non ritrovarsi più 🙂

Le percentualiultima modifica: 2009-02-23T09:21:14+01:00da tixa74
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3 pensieri su “Le percentuali

  1. Credo che tu abbia sbagliato i calcoli: non è vero che non hai tempo per te.
    Buona parte del tempo che dedichi a figlio e marito dovrebbe far parte del tempo per te.
    Se dedicare tempo a figlio e marito non è personale e appagante come leggere un libro o passare una serata con amici o quello che consideri come parte di tempo dedicato a te, perchè non hai divorziato ma hai scelto, invece, di avere un secondo figlio?

    Paolo

  2. 🙂 Detto così hai ragione, però, spiegandolo con l’analisi transazionale, ti posso dire che in questa situazione l’Io Genitore e l’Io Adulto sono pienamente appagati, mentre l’Io Bambino, che è quello più egoista, si trova relegato in un angolo e si lamenta 🙂
    Anche se ormai sono adulta, il mio “Io” dovebbe essere composto dai tre “Io” nelle stesse percentuali, ma in questo periodo non è così, e quindi un po’ ne soffro, ma so che sarà una crisi passeggera.
    Il desiderio del secondo bimbo è un po’ più dificile da spiegare e forse anche un po’ contraddittorio, ma è sempre stato un desiderio innato, naturale e non avrei potuto farne a meno. 🙂
    Spero di aver dato una spiegazione sufficiente a questi tormenti da Io Bambino 🙂

  3. Sai che non sono uno psicologo e, dopotutto, non sono fatti miei.
    Se posso aiutare il tuo Io Bambino prima che soccomba del tutto, ben felice di farlo 😉
    Ciao!

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